giovedì 28 maggio 2015

presentazione del libro "il codice del destino"


Venerdì 29 maggio ore 17,00 presso Palazzo Zino si presenterà il libro di Antonio Favuzzza
interverranno:
Eliana Calandra (Dirigente Settore Cultura Palazzo Zino)
Giuseppe Gigliorosso (Regista)
Marcello Scurria (Scrittore)
letture di Mirella Scorsone


Via Dante, 53 Palermo

mercoledì 27 maggio 2015

il CISM presenta la conferenza "gli oracoli caldaici" di Diego Romagnoli. 29 maggio 2015

"Gli Oracoli caldaici" di Diego Romagnoli


« Affrettati, è necessario, verso la luce e i raggi del Padre: di là ti fu inviata l'anima, rivestita di intenso intuire »
(Oracoli caldaici, frammento 115)




"Gli Oracoli caldaici sono una raccolta di rivelazioni sapienziali appartenenti alla tradizione misterica  greco-romana realizzata probabilmente alla fine del II secolo d.C. da Giuliano il Teurgo.
Essa si compone di esametri omerici in cui viene rivelata la sapienza divina."

Venerdì 29 maggio p.v. alle ore 17,30, presso lo Spazio Cultura di Carlo Saladino Editore, via Principe di Villafranca 48 A, per la IX stagione di incontri culturali CISM- Delegazione Siciliana, Diego Romagnoli, componente del Comitato Scientifico CISM e Socio dell’Accademia Marchigiana di Scienze, Lettere ed Arti – Istituto Europeo di Cultura,  terrà una conferenza su Gli oracoli caldaici, argomento rientrante tra i temi trattati nel quarto volume della sua opera  Mitra, storia di un dio. che sarà presentato nella prossima stagione di incontri culturali CISM

giovedì 21 maggio 2015

Recensione di Franco Trifuoggi sul libro "Dipingere l'anima" di Elide Triolo

Dipingere l'anima è il titolone sintetizza mirabilmente le due vocazioni preminenti dell'Autrice Elide Triolo, manifeste nel saggio edito nel 2014 a Palermo dalla Fondazione Thule Cultura: l'arte pittorica e lo studio della profondità del mondo dell'anima. Non a caso, infatti, il sottotitolo, ad esso di riferimento, è abisso interiore fra mito e simbolo. Della biografia di questa geniale pittrice siciliana discorre lucidamente in una puntuale postfazione Vito Mauro: nata a Palermo nel 1980, specializzata in scenografia, docente di discipline artistiche, collaboratrice di eminenti scultori e musicisti, impiegata nel 2007/8 a Roma nella scenografia della trasmissione televisiva "Ballando con le stelle", autrice di numerose opere pittoriche (tra le quali l'Omaggio siciliano alla Beata Maria Cristina) e gratificata di vari premi. La sua pittura "ha un sapore metafisico, trascendentale e onirico", mentre la "dedizione all'arte al servizio del prossimo" la impegna anche nel mondo delle artiterapie.
    A lumeggiare la genesi della sua ricerca spirituale e della conseguente composizione del saggio valgono, oltre il Prologo - che ravvisa nella sua arte il riverbero dell'inconscio, della sua crisi interiore, e del suo cammino teso alla scoperta della Verità -, le rivelazioni, accolte nell'epilogo (La sorpresa che si manifesta nel quotidiano), con cui la Triolo richiama la conoscenza dell'opera Oltre il confine di Tommaso Romano e l'ingresso nella Fondazione Thule, che le dischiudono un orizzonte atto ad aiutarla a scoprire quel tesoroninteriore, non senza l'apporto di una "costellazione di persone" tra cui i familiari e alcuni docenti come Franco Nocera e Totò Mineo.
   La scrittrice esordisce, quindi, rivendicando l'assoluta distinzione dell'anima rispetto al mondo materiale, come elemento vitale, " energia impalpabile", e deplorando la materializzazione di essa invalsa in Occidente ("ciò che curano in psichiatria non è l'anima ma il corpo nella sua parte cerebrale", che è materia) e il conseguente "allontanarsi da Dio, dall'alito divino, il non accettare che l'anima è il suo soffio", mistero divino, "luce che ci fa comprendere l'immortalità e la vita stessa": donde "specchiarsi nei miti, nei riti, nei simboli vuol dire riconoscersi e risvegliare la memoria".  Pertanto la Triolo consacra un ampio discorso storico all'evoluzione del pensiero sull'Anima, a partire  dall'origine dell'idea di anima, chiamata in India atman  (da "an" = respiro, soffio d'aria), alla poesia e filosofia greche, all'orfismo e alla metempsicosi, a S. Agostino, ai neoplatonici, al pensiero rinascimentale con Marsilio Ficino (e al posto in esso occupato dalla magia), a Bacone e agli studi magico-alchimistici, alla crisi controriformistica della libera ricerca, al Romanticismo, fino al "rinnovato interesse per i problemi psicologici, per la natura del sogno, del mito, del linguaggio" in stretto rapporto con l'arte, alla psicologia del profondo con Freud e Jung, e alla ripresa dell'attenzione per l'alchimia, l'astrologia, l'occultismo, per concludere ribadendo il concetto dell'anima come "enigma dell'esistenza umana".
     Il mito, il sogno e il simbolo come lettura dell'anima occupano il denso capitolo successivo, ricco d'interessanti riferimenti e chiarificazioni, tra cui: la definizione dei miti come "memoria degli elementi archetipici sul piano personale della coscienza collettiva"; gli studi di Joseph Campbell e il valore del mito come "veicolo principale per iniziare a recepire il messaggio dei simboli"; la distinzione junghiana tra "inconscio collettivo" e "inconscio personale"; l'interpretazione del sogno; la differenza tra simbolo e segno; la religione stessa come simbolo (della purificazione, del trascendente, del legame tra uomo e Dio); il fantastico come "esternazione di mondi invisibili non accessibili al quotidiano comune e tattile". Successivamente l'indagine investe il percorso dal mito e rito alla tradizione: se il mito - osserva la Triolo - "oggettiva la realtà extraumana, il rito oggettiva il possibile intervento dell'uomo", e diviene così "tradizione e, a sua volta, festa", a cui ella vede intimamente legata l'arte (l'icona sacra è "un vero e proprio rituale sacro"), mentre nella tradizione ravvisa "il DNA dell'umanità", che ci fa riconoscere "parte di un tutto".
    Alla nascita dell'arte magica l'Autrice dedica un appassionato excursus storico, accennando, tra l'altro, ai "testi delle Piramidi", ai riti dei Druidi, alla Cabala, all'alchimia, alla pittura di Hieronymus Bosch. Si snoda, quindi, un'agile quanto accattivante epitome di storia dell'arte sotto l'aspetto della ricerca dell'ignoto e del subconscio, vivacizzata da foto riproducenti le opere di famosi autori e illuminata da giudizi degli autori stessi sull'arte. In essa brillano, tra gli altri, i nomi di William Blake, Fussli "il grande pittore dell'inconscio", di Friedrich con i suoi "paesaggi impregnati di magia", di Gauguin, di Van Gogh, di Munch, Kokoschka, Chagall, e non mancano riferimenti a odierne sconvolgenti immagini cinematografiche. A questa storia si intreccia, quasi integrandola, quella dei grandi movimenti letterari, spesso intramezzata da passi, prosastici o poetici, di grandi scrittori: Nietzsche, Carducci, D'Annunzio, Pessoa, Ungaretti, Gilbram, Dante.
    Ed ecco sorgere una domanda inquietante: "Si può perdere l'anima?". Al riguardo l'Autrice discorre dei confini dell'anima, ravvisando due vie: "la via di apertura verso tutti quei mondi sensibili che consentono di aprirci verso altre energie: energie psichiche, spiritismo, medianicità, ecc. o la via della profondità dell'anima, quel mondo infinito dentro noi stessi". Perdere l'anima è appunto "la metafora per indicare quel distacco comunicativo con il nostro io più profondo", con la sua parte divina. A coronamento sul discorso sull'anima, la Triolo illustra il concetto di alchimia, distinguendo opportunamente le due direzioni: "quella materiale, che diede vita alla nascita della chimica e scienza moderna", e quella mistica, che ricerca la purezza assoluta" di cui è simbolo la pietra filosofare". Rileva che la ricerca dell'artista, che prende "oggetti, paesaggi ed altri elementi della realtà" e li elabora nel suo intimo trasformandoli, "ricalca i processi dell'alchimia sia pure in forma inconsapevole e talora elementare"; e ricorda, in merito, il barone Casimiro Piccolo, pittore alchimista vissuto a Capo d'Orlando lontano dai clamori mondani e dedito "alla ricerca dell'essenziale  e dello spirito". Un'appassionata illustrazione dell'alchimia che mi richiama alla mente l'ampio respiro e la passione intellettuale del discorso ad essa dedicato dalla studiosa nolana Raffaella Ferraggina, originale esegeta di Giordano Bruno, nel saggio Sogno, poesia, innamoramento e profezia.
    L'ultimo capitolo tocca il mito del viaggio, con il personaggio di Ulisse, la cui avventura rievoca il "processo alchilico, psichico, di trasformazione, "generazione-dissoluzione-rigenerazione"; e si sofferma a proporre un'interpretazione della Commedia di Dante come "viaggio iniziatico" sulla base delle corrispondenze astrologiche e numeriche, dei simboli e degli enigmi, non senza intravedere, nel XXXIII canto del Purgatorio, occultato il nome Tule e altri riferimenti geografici intenti alla mitica isola: ipotesi indubbiamente suggestiva.
    Opera di ampio respiro, quella della Triolo, che legge con crescente interesse, per l'ampiezza dei temi e dei riferimenti culturali per la trasparente e suasiva enunciazione di concetti, assiduamente illuminati dalle innumeri illustrazioni, per più policrome, molte delle quali riproducenti capolavori artistici, mentre altre sono riproduzioni di significative composizioni pittoriche della stessa Autrice, della cui ispirazione sono frutto anche varie liriche, pregevoli e intense, attinenti alla tematica proposta. Una schietta e partecipe risonanza della attenzione per molteplici versanti culturali, insomma, accompagna questa ardimentosa "navigazione", nel cui "mare magnum" - come acutamente e opportunamente nota il Prefetto prof. Gianfranco Romagnoli, illustre prefatore - "l'Autrice riesce a mantenere la rotta, sostenuta da un saldo punto di riferimento: Dio, più volte chiamato in causa nella sua funzione salvifica". E in realtà la persistenza di un invulnerato fervore religioso, accanto ad un assiduo entusiasmo intellettuale, connota il percorso della Triolo, costantemente animata da una ferma fede nell'arte: nell'esaltarne il potere, poi, ella non manca di raccordarlo alle ragioni storiche ed esistenziali delle varie epoche, ed alla stessa attualità, come quando, accennando al Decadentismo, alla crisi dei "veri valori" e alle avanguardie, le collega alle lacerazioni ed incertezze "che attraversano la ricerca scientifica la riflessione filosofica e la meditazione religiosa negli ultimi due secoli". per cui l'arte esprime l'angoscia dell'uomo del nostro tempo. Donde il saggio della Triolo, oltre ad assumere una valenza estetologica, reca un forte messaggio religioso ponendo l'accento sul soprannaturale e sull'arcano di cui il mondo di oggi appare spesso dimentico: "La promessa che ho fatto e che non dovrò mai tradire, è quella di tenere sempre per mano Dio, mio Padre, a cui dovrò sempre rapportarmi". "L'anima è la nostra parte divina e bisogna saperla ascoltare e conoscere, perché tramite lei parliamo con Dio".

Franco Trifuoggi


pubblicato in "Rassegna Siciliana" di storia e cultura (aprile 2015)
           

martedì 19 maggio 2015

La mostra Virgo et Virago si sposta a Cinisi, venerdì 5 Giugno 2015 ore 18:00

  
Si inaugurerà venerdì 5 giugno 2015, alle ore 18.00, presso lo spazio espositivo di “Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato” in Corso Umberto n. 183 di Cinisi, la mostra collettiva dal titolo: “Virgo et Virago”.
La mostra, dopo l’esposizione di Palermo, presso la galleria Studio 71, arriva oggi in uno dei luoghi divenuto simbolo di riscatto sociale e di legalità: Ex Casa Badalamenti, spazio espositivo di “Casa Memoria”.
Curata da Vinny Scorsone, l’esposizione si focalizza principalmente sulla trasmissione di un messaggio di uguaglianza che travalica il discorso prettamente femminile estendendosi a tutte quelle categorie sociali soggette a discriminazioni; per far ciò, si è scelto, provocatoriamente, di “indagare” la donna da due angolazioni opposte, quella della vittima (virgo) e quella della carnefice (virago).
Due concezioni, due modi di essere opposti che, a volte, dimorano in un unico corpo.
Nella nostra società, prevalentemente maschile, in cui quando ci si riferisce alla donna spesso si mette in evidenza soprattutto l’aspetto fisico (legandolo prevalentemente al sesso), si sottolinea la sua presunta fragilità, la sua “naturale” propensione alla maternità, l’idea di una donna forte e feroce, spesso nei confronti della persona amata, arrivista e prevaricatrice, che rifiuta l’idea stessa di essere madre, difficilmente è presa in considerazione e quando ciò accade, l’etichetta che le si  appone è sempre la stessa.  
Le opere esposte ci raccontano di donne vittime o di uomini o di altre donne (a volte anche di se stesse), di assassine, di novelle Medee. Donne che subiscono e donne aguzzine (succubi, a loro volta, di poteri al di sopra di esse), prostitute per costrizione o per scelta (oggetti sessuali o padrone del proprio corpo), angeli e diavoli, sabine ed amazzoni, clarisse e baccanti, martiri o arpie. 
Foto, dipinti, disegni, oggetti ci offrono uno spaccato sul nostro mondo, tormentato e carico d’angoscia, in cui vestali e gorgoni rivivono nei secoli le medesime afflizioni, gli stessi dolori e la stessa rabbia. 
Un “discorso” artistico che ha coinvolto personalità di entrambi i sessi, provenienti da differenti campi (dalla pittura alla pubblicità, dal design alla danza, dalla poesia alla fotografia), che hanno dato  una rappresentazione, del tema proposto, unanime.
Gli artisti: Antonella Affronti, Daniela Balsamo, Paolo Baratella, Pierluigi Berto, Ilaria Caputo, Aurelio Caruso, Pina Cirino, Filli Cusenza, Giuseppa D’Agostino, Angelo Denaro, Roberto Fontana, Kindia, Pino Manzella, Malena Mazza, Nico Nardomarino, Franco Nocera, Luca Patrone, Salvatore Pizzo, Vanni Quadrio, Rosaria Randazzo, Giuseppina Riggi, Euro Rotelli, Giusto Sucato, TrapaniCalabretta, Elide Triolo, Tiziana Viola Massa.
La mostra potrà essere visitata tutti i giorni, compresa la domenica, fino al 20 giugno con i seguenti orari: dalle 11.00 alle 13.00. Il pomeriggio la mostra potrà essere visitata su prenotazione telefonando ai seguenti numeri: numero casa memoria 334 1689181 - 091 8666233 – Mara 3311490946.
Dal 4 al 31 luglio la mostra sarà esposta presso il Museo degli Angeli di Sant’Angelo di Brolo ME

Palermo, 5 maggio 2015

L’addetto stampa
Mariella Calvaruso


Per maggiori chiarimenti contattare i seguenti recapiti:

Casa memoria 334 1689181 - 091 8666233 – 
Mara Manzella 3311490946.
Casa Memoria, Corso Umberto n. 220 Cinisi

Vinny Scorsone3381499867 

domenica 17 maggio 2015

Quando il corpo muore, l'anima rimane... omaggio all'artista Gaetana Valguarnera

"VITA"; 2014; terracotta patinata, ferro e legno cm 34 x 32 x 25
di Gaetana Vaguarnera 

Si spegne oggi, con un incidente stradale, una giovane artista, Gaetana Valguarnera. Ha studiato presso l'Accademia di Belle Arti di Palermo.
I giornali forse per la prima volta si sono dedicati a lei in modo puntuale, questo è molto sconcertante, se pensiamo e ammiriamo le sue opere.
Un'artista sa quanto sia importante emergere nel mondo artistico ed essere noto, ma di certo allontana il riconoscimento portato dalla morte.
Osservando le sculture di Gaetana si può notare un indiscussa sensibilità, oltre che bravura, le sue opere surreali parlano dei grandi temi della vita, come della sua compagna morte.
Ma cos'è la morte? se non una parte inscindibile della vita? e cos'ì riflettiamo come tutto si compensa e trasforma, miticizzandosi nell'animo umano, come la paura per il non visibile si estende creativamente in opere d'arte.
Un inno alla vita è l'arte, che rimane sovrana nel ricordo di un talento.
Un inno all'anima tua, Gaetana, che essa possa  vegliare e illuminare tutti quei "pseudo critici", promotori d'arte, ecc. che sono spinti solo dalla fame avida, in quanto il loro interesse si estende solo dove il dio denaro illumina manufatti "molte volte di poco conto",  denigrando la conoscenza, la ricerca e la scoperta di nuovi talenti dalle Accademie alle mostre, fatte con tanto ardore e sacrificio, dove si  cerca di basare tutto sulla qualità artistica, economizzando al massimo spese superflue per potere comprare altro materiale in prospettiva di opere future, sperando sempre nella buona sorte di qualche cultore dell'arte ancora non contaminato dalla vergogna.
Veglia sull'arte, divina madre, che pur essendo usurpato il suo nome continua a lottare nei cuori impavidi, di quei talenti che chiusi tra le mura dei loro laboratori provano con tutte le loro forze a difenderla e onorarla ogni giorno.
Gaetana tu vivi e mi auguro che la tua nuova vita sia più pregevole e pura di quella che hai lasciato.
Pace a te e grazie della tua sensibilità artistica.
https://www.facebook.com/GaetanaValguarnera/timeline

Critica di Ciro Spataro per l'opera "l'Eros"

L'Eros; olio su tela; di Elide Triolo
    Nell'opera "l'Eros" Elide Triolo dà maggiore energia all'unione erotica, essa non è fine a se stessa ma è appunto l'esplosione energica di un rapporto che valica le emozioni terrene, è il microcosmo che si unisce al cosmo. l'unione materiale delle anime che esplode in pennellate di luce che illuminano il blu delle incertezze interiori di ogni essere umano che è solo. 
Nell'atto sessuale gli individui non sono più soli, è un momento solenne perché ogni paura scompare, le anime si uniscono in un vortice magico che cancella ogni ostilità. L'energia che ne fuoriesce non accenna solo al raggiungimento del piacere, ma anche e sopratutto alla creativa divinizzazione dell'atto che si trasforma in fecondazione.


Ciro Spataro   
Marineo 2005

sabato 16 maggio 2015

"Ottagono letterario" presenta: "Memorie dei diaspri" di Giovanni Matta e Tommaso Romano 19 Maggio 2015


"Artistica...mente Donna" organizzato dall'Associazione Vera Canam

Ieri 15 maggio 2015 l'Associazione Vera Canam ha presentato l'evento "Artistica...mente Donna", la creatività femminile si è presentata sotto forma di pittura, artigianato, poesia e musica.

Gli artisti in esposizione all'interno del Chiostro della Basilica della Santissima Trinità "La Magione" hanno stimolato emotivamente il pubblico che ha partecipato all'evento, presenti a tale iniziativa le opere delle artiste: Maria Giovanna Carella, Katia Cimò, Maria Colletti, Angela Nesci, Giusi Pantano, Rosa Ponte, Anna Santoro, Maddalena Spanò, Antonella Stillone, Elide Triolo, Caterina Zaffora. Presenti anche i manufatti d' artigianato con Tutti Bellina, Maria Grazia Bonsignore, Susanna De Simone.

All'interno della Chiesa la musica del Maestro Sergio Mirabelli, Alice Ferlito, Ilaria Cingari e Irene Circo e la brezza di poesia delle poetesse: Maria Patrizia Allotta, Carla Amirante Romagnoli, Giusy Balbo, Adalpina Fabra Bignardelli, Paola Guarino, Gabriella Maggio, Elisa Roccazzella, Elvira Sciurba. Omaggio a Isabella Crescimanno di Capodarso attraverso la lettura delle sue "Memorie" lette da Veronica Pecoraino.

mercoledì 13 maggio 2015

D'infinito

elide triolo
opera di Elide Triolo 2011
D'Infinito


Quando il caos,
la confusione terrena e mentale 
oltrepassano ogni limite
e inerte io sono ad affligermi del frastuono...

Urlo di un primordiale bisogno, 
amaro e salato dolore di qualche rimpianto,
che ormai cerebralmente non riconosco più...

Io...
io mi fermo, lasciandomi rapire dal viaggio galattico..
e lì, dove tutto è nato..
Cosciente divento di quella nascita dove il caos era infinità, non restrizione.

E al cospetto di qualcosa di infinitamente grande mi abbandono....
Oltrepasso le barriere materiali, di una terra di confine,
e cerco nella tua infinita dimensione le luci dell'illuminazione.

Ora mi rammarico, dovrei lasciarti,
ma la percezione di volare nel tuo respiro mi rapisce..

Padre divinamente infinito, che brezza di stelle sento sul mio volto,
rughe di lacrime versate si stendono in questo respiro fresco...
Quante lucciole sembrano i tuoi pori, e quanto piccola sono...
ma non sento la pesantezza della differenza,
mi sento parte di te, come goccia in un mare inesauribile.

E questa notte porterò con me questo abbraccio d'infinito!
Mia luce, mio divino, entra dentro con il mio respiro
e lieta sarò d'accoglierti come una tela per un dipinto.


                                                                        Elide Triolo



pubblicato nell'Almanacco Thule 2014

lunedì 11 maggio 2015

CISM presenta conferenza Prof. V. Guzzo su Ermete Trismegisto 14 maggio 2015


Per la IX stagione di incontri culturali CISM- Delegazione Siciliana, un'altro evento interessantissimo e da non perdere!

Il Prof. Vincenzo Guzzo terrà una conferenza sul tema  Ermete Trismegisto


Giovedì 14 maggio p.v. alle ore 17,30, presso lo Spazio Cultura di Carlo Saladino Editore, via Principe di Villafranca 48 A (PA).






www.centrointernazionalestudisulmito.com

presentazione del volume "CIMINNA "Palermu lu nicu"" 16 maggio 2015 ore 16,00






mercoledì 6 maggio 2015

L'arte pane per la mente



"Il pane degli angeli" dipinto di Elide Triolo; 2014;
Museo  Giambecchina  Gangi
Se pensiamo al pane, pensiamo al nutrimento, il pane ai giorni d’oggi è un simbolo molto forte, in particolare nella cultura mediterranea, in quanto alimento nutritivo tradizionale.
Il pane ha una storia secolare, si può dire che sia nato con la civiltà umana: gli archeologi hanno ritrovato nelle caverne preistoriche chicchi di cereali che venivano utilizzati come alimento, frantumati e mescolati con acqua ottenevano una pappa molto nutriente. Gli egiziani scelsero il frumento come base della loro alimentazione, lavorandolo e ottenendo farine, che impastate ad acqua e poi cotte su pietra diedero vita al primo pane della storia.
“…Dacci oggi il nostro pane quotidiano…” è una frase potentissima! la ritroviamo nella più autentica preghiera, Il Padre nostro. Questa preghiera è la sintesi di tutto il vangelo, insegnataci da Cristo stesso; noi ci rivolgiamo al Signore con l’impegno della testimonianza, della fedeltà e dell’amore, con la richiesta del sostegno, del perdono e della salvezza.
Il sostegno è nutrimento, non solo materiale ma anche spirituale. Quando Cristo spezzo il pane per dividerlo, e ciò lo ritroviamo nel rito dell’eucarestia, il pane diviene simbolo delle sue carni, la nutrizione più profonda. Questa metafora di vita che si rigenera col nutrimento del sacrifico e del dono, lo ritroviamo nella simbologia del Pellicano, che si lacera le carni per nutrire i suoi piccoli. L’arte soprattutto siciliana ci dona una quantità di croci dipinte che ritraggono questo episodio.
Se pensiamo al pane, il nostro pensiero si rivolge ad un raccolto proficuo e distese di terre dorate, dove spighe si ergono illuminate dal sole. La terra fertile, feconda di vita, la terra nostra di Sicilia, la terra di Demetra.
Una delle dee greche che custodisce nella sua esistenza il significato del raccolto, dell’estate, della fertilità è appunto Demetra e si dice che la sua dimora fosse proprio la Sicilia.
La spiga è l’oro della vita, essa è l’augurio di ricchezza e fertilità, e come possiamo ricordare nei tempi più bui di carestia, il simbolo del grano è il simbolo della salvezza, il miracolo delle nostre Sante che diventano madri che nutrono il popolo. E qui tra sacro e profano tutte le figure ed energie femminili positive, Sante, madri, dee, madre terra si uniscono nella festa più bella: il nutrimento materiale che dona la vita e la forza. 
Un grembo di grano si estende in queste visioni, che sono pura creazione.
Ebbene in queste parole vi ho parlato dell’Arte.
Vedete, l’arte è il nutrimento delle civiltà, della vita stessa, che con la sua bellezza e la sua comunicazione intrinseca, riesce ad entrare nell’animo umano con discrezione; molti pensano che sia futile, ed invece ci circonda attimo per attimo, respiro per respiro, anche chi pensa di essere lontano da questa materia, comunque ne è circondato e inevitabilmente ne viene contaminato.
Pensare all’arte come un supplemento irrisorio della vita, vuol dire che ancora non ci si è resi conto di cosa la vita ci offre o ci ha regalato, o meglio ancora non si conosce in profondità l’intimità umana.
Se vi guardate attorno tutto è arte, ogni atto creativo dell’uomo è arte. 
Ma l’arte che noi conosciamo attraverso i musei, la scuola, non è qualcosa di così distante, è la nostra storia, la storia dell’uomo raccontata sin dalle origini: i graffiti, le pitture, le sculture, le miniature, la musica, sono la nostra vera tradizione, esse raccontano più di qualsiasi altra cosa.
L’arte rinnova i popoli e ne rivela la vita….” così nel frontone del teatro Massimo di Palermo si incide la verità, sotto gli occhi di tutti; rivelare la vita dell’uomo è scoprire la propria biografia e il rinnovare i popoli sono le generazioni che per secoli si susseguono, senza mai poter fare a meno dell’arte, perché è la parte creativa e fertile dell’uomo. 
…Vano delle scene il diletto ove non miri a preparar l’avvenire” e vana è l’arte se non mira ad un’evoluzione, se è fine a se stessa.
Quando nel mio animo capii l’importanza esistenziale dell’arte, iniziai ad abbinare ad essa gli studi sull’inconscio e sull’anima, ancora non si sentiva parlare di arteterapia, ed io già l’avevo scoperta e ne facevo uso, come tanti artisti che mi hanno preceduta, e parlo di Grandi artisti, proprio quelli che vediamo nei musei. Da pochi anni l’arteterapia nasce come disciplina terapeutica, ma non è una novità moderna. L’uomo ha sempre utilizzato l’arte come mezzo catartico, essa è l’elemento che trasforma le “non parole”, ma concetti profondi in immagini, in qualcosa di concreto, materiale e vivo. Gli occhi possono deliziarsi o sconcertarsi, ma possono farlo grazie ad un immagine che diventa di tutti, con la grande potenza di comunicare a chiunque. 
L’arte diventa atto creativo, trasmutazione dei sentimenti, testimonianza, comunicazione, tradizione, storia, insegnamento, curiosità, interiorità e socialità nello stesso tempo; è un pane inesauribile che contiene talmente tante sfaccettature, che solo fruendone e circondandosene ci si può nutrire giorno per giorno.
Un grandissimo critico, filosofo, pittore dell’ottocento, John Ruskin, ci lascia un’altra grande verità:“Le grandi nazioni scrivono le loro autobiografie in tre manoscritti: il libro delle loro azioni, quello delle loro parole e quello della loro arte.”; 
Sin quando l’Arte, la “vera arte”, quella onesta e schietta, quella che lascia un segno profondo, continuerà ad essere scritta e testimoniata, lasciando eredità alle future generazioni, la società, l’essere umano, avranno ancora modo di nutrire la loro esistenza, di scrivere la loro storia. 
Se l’arte vive, anche la libertà potrà sopravvivere a quest’era buia; 
Se capiamo che l’arte è grano, possiamo trasformarla nel pane nutriente di cui questa società ha bisogno. 
Oggi come sempre è stato, l’arte è una ricchezza che può accrescere un paese, non solo fare uscire da una crisi prettamente interiore e individuale, ma può essere la “manna” per uscire da una crisi economica come quella che stiamo vivendo.
Arte, che bella filosofia di vita…. 
…e concludo…
“La bellezza salverà il mondo!”.

Elide Triolo