mercoledì 6 maggio 2015

L'arte pane per la mente



"Il pane degli angeli" dipinto di Elide Triolo; 2014;
Museo  Giambecchina  Gangi
Se pensiamo al pane, pensiamo al nutrimento, il pane ai giorni d’oggi è un simbolo molto forte, in particolare nella cultura mediterranea, in quanto alimento nutritivo tradizionale.
Il pane ha una storia secolare, si può dire che sia nato con la civiltà umana: gli archeologi hanno ritrovato nelle caverne preistoriche chicchi di cereali che venivano utilizzati come alimento, frantumati e mescolati con acqua ottenevano una pappa molto nutriente. Gli egiziani scelsero il frumento come base della loro alimentazione, lavorandolo e ottenendo farine, che impastate ad acqua e poi cotte su pietra diedero vita al primo pane della storia.
“…Dacci oggi il nostro pane quotidiano…” è una frase potentissima! la ritroviamo nella più autentica preghiera, Il Padre nostro. Questa preghiera è la sintesi di tutto il vangelo, insegnataci da Cristo stesso; noi ci rivolgiamo al Signore con l’impegno della testimonianza, della fedeltà e dell’amore, con la richiesta del sostegno, del perdono e della salvezza.
Il sostegno è nutrimento, non solo materiale ma anche spirituale. Quando Cristo spezzo il pane per dividerlo, e ciò lo ritroviamo nel rito dell’eucarestia, il pane diviene simbolo delle sue carni, la nutrizione più profonda. Questa metafora di vita che si rigenera col nutrimento del sacrifico e del dono, lo ritroviamo nella simbologia del Pellicano, che si lacera le carni per nutrire i suoi piccoli. L’arte soprattutto siciliana ci dona una quantità di croci dipinte che ritraggono questo episodio.
Se pensiamo al pane, il nostro pensiero si rivolge ad un raccolto proficuo e distese di terre dorate, dove spighe si ergono illuminate dal sole. La terra fertile, feconda di vita, la terra nostra di Sicilia, la terra di Demetra.
Una delle dee greche che custodisce nella sua esistenza il significato del raccolto, dell’estate, della fertilità è appunto Demetra e si dice che la sua dimora fosse proprio la Sicilia.
La spiga è l’oro della vita, essa è l’augurio di ricchezza e fertilità, e come possiamo ricordare nei tempi più bui di carestia, il simbolo del grano è il simbolo della salvezza, il miracolo delle nostre Sante che diventano madri che nutrono il popolo. E qui tra sacro e profano tutte le figure ed energie femminili positive, Sante, madri, dee, madre terra si uniscono nella festa più bella: il nutrimento materiale che dona la vita e la forza. 
Un grembo di grano si estende in queste visioni, che sono pura creazione.
Ebbene in queste parole vi ho parlato dell’Arte.
Vedete, l’arte è il nutrimento delle civiltà, della vita stessa, che con la sua bellezza e la sua comunicazione intrinseca, riesce ad entrare nell’animo umano con discrezione; molti pensano che sia futile, ed invece ci circonda attimo per attimo, respiro per respiro, anche chi pensa di essere lontano da questa materia, comunque ne è circondato e inevitabilmente ne viene contaminato.
Pensare all’arte come un supplemento irrisorio della vita, vuol dire che ancora non ci si è resi conto di cosa la vita ci offre o ci ha regalato, o meglio ancora non si conosce in profondità l’intimità umana.
Se vi guardate attorno tutto è arte, ogni atto creativo dell’uomo è arte. 
Ma l’arte che noi conosciamo attraverso i musei, la scuola, non è qualcosa di così distante, è la nostra storia, la storia dell’uomo raccontata sin dalle origini: i graffiti, le pitture, le sculture, le miniature, la musica, sono la nostra vera tradizione, esse raccontano più di qualsiasi altra cosa.
L’arte rinnova i popoli e ne rivela la vita….” così nel frontone del teatro Massimo di Palermo si incide la verità, sotto gli occhi di tutti; rivelare la vita dell’uomo è scoprire la propria biografia e il rinnovare i popoli sono le generazioni che per secoli si susseguono, senza mai poter fare a meno dell’arte, perché è la parte creativa e fertile dell’uomo. 
…Vano delle scene il diletto ove non miri a preparar l’avvenire” e vana è l’arte se non mira ad un’evoluzione, se è fine a se stessa.
Quando nel mio animo capii l’importanza esistenziale dell’arte, iniziai ad abbinare ad essa gli studi sull’inconscio e sull’anima, ancora non si sentiva parlare di arteterapia, ed io già l’avevo scoperta e ne facevo uso, come tanti artisti che mi hanno preceduta, e parlo di Grandi artisti, proprio quelli che vediamo nei musei. Da pochi anni l’arteterapia nasce come disciplina terapeutica, ma non è una novità moderna. L’uomo ha sempre utilizzato l’arte come mezzo catartico, essa è l’elemento che trasforma le “non parole”, ma concetti profondi in immagini, in qualcosa di concreto, materiale e vivo. Gli occhi possono deliziarsi o sconcertarsi, ma possono farlo grazie ad un immagine che diventa di tutti, con la grande potenza di comunicare a chiunque. 
L’arte diventa atto creativo, trasmutazione dei sentimenti, testimonianza, comunicazione, tradizione, storia, insegnamento, curiosità, interiorità e socialità nello stesso tempo; è un pane inesauribile che contiene talmente tante sfaccettature, che solo fruendone e circondandosene ci si può nutrire giorno per giorno.
Un grandissimo critico, filosofo, pittore dell’ottocento, John Ruskin, ci lascia un’altra grande verità:“Le grandi nazioni scrivono le loro autobiografie in tre manoscritti: il libro delle loro azioni, quello delle loro parole e quello della loro arte.”; 
Sin quando l’Arte, la “vera arte”, quella onesta e schietta, quella che lascia un segno profondo, continuerà ad essere scritta e testimoniata, lasciando eredità alle future generazioni, la società, l’essere umano, avranno ancora modo di nutrire la loro esistenza, di scrivere la loro storia. 
Se l’arte vive, anche la libertà potrà sopravvivere a quest’era buia; 
Se capiamo che l’arte è grano, possiamo trasformarla nel pane nutriente di cui questa società ha bisogno. 
Oggi come sempre è stato, l’arte è una ricchezza che può accrescere un paese, non solo fare uscire da una crisi prettamente interiore e individuale, ma può essere la “manna” per uscire da una crisi economica come quella che stiamo vivendo.
Arte, che bella filosofia di vita…. 
…e concludo…
“La bellezza salverà il mondo!”.

Elide Triolo 

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