giovedì 29 gennaio 2015

"Dipingere l’anima di Elide Triolo. Originale lettura del soffio divino che scorre il corpo e seduce il cervello" di Vito Mauro, Palermo 12 Ottobre 2014


    1. Avere fra le mani e sfogliare il volume di Elide Triolo, “DIPINGERE L’ANIMA abisso interiore fra mito e simbolo” (Edizioni Fondazione Thule Cultura) per accingersi ad affrontare la lettura porta a chiedersi se è un libro d’arte, di poesia, di filosofia, di psicologia, di fantasia, di mitologia, di teologia, di antropologia, di esoterismo trascendentale, dubbi che rendono il libro intrigante e interessante e invitano ad una profonda e intensa lettura per carpirne i contenuti.
      Già l’esaltante presentazione a firma di S.E. Gianfranco Romagnoli, noto studioso del Mito, infonde riguardo e rispetto.
      Il volume inizia con un’analisi ben fatta che descrive la rinascita dell’artista stessa, provvista della propria libertà e della propria verità, che assume i contorni di un’”immagine innata”, intima, spesso “chiamata “Anima””, con l’obiettivo di mostrare “la propria bellezza, per rivedere l’Eden, l’anima del mondo”.
      Elide Triolo, artista, donna piena di tensioni e di emozioni, quasi una perfezionista, il cui lavoro, rispecchia quello che ha dentro, non avendo avuto difficoltà ad accettare i cedimenti della vita, non vincolandosi al reale.
      L’autrice parte dall’anima, che ci accompagna sin dalla gestazione, che soccorre il corpo e seduce il cervello con argomenti carichi di mistero, ma anche di mirabili epifanie di un ambito etereo, ci guida con un piacere per gli occhi, inserendo magnifiche opere d’arte e con un piacere per la mente, con tocchi leggeri di sublimi sentimenti poetici, facendo diventare la lettura lieve come l’anima.
      Libro "Dipingere l'Anima- abisso interiore fra mito e simbolo"
      di Elide Triolo, ED. Thule cultura
      Sin dalle prime pagine si coglie il legame con la vita, con la gestazione accolta “Dentro l’uovo”, grembo dell’esistenza, raggomitolata e nutrita dalla misteriosa placenta fatta di piccole gioie e di grandi dolori. La grande padronanza dello stile, il sincero uso dei simboli e la volontà di miglioramento rendono vivace la lettura.
      Da qui la singolarità di questo libro, di lettura piana e avvincente come quella di un romanzo; una trattazione di estremo rigore e nello stesso tempo profonda.
      L’artista, partendo giusto dall’anima, da quel soffio divino che secondo la Bibbia, il Creatore insufflò in Adamo, generandogli la vita, che gli antichi greci chiamavano “psiche e soma”, che Agostino, con i suoi studi, l’immette nel sacro, “desiderando ardentemente conoscere con certezza Dio e l’anima”, che con Freud e Jung diventa patologia da studiare, mentre per gli artisti ed i poeti “…prende il suo comando e crea la voce…”, tali cose ci evidenziano che senza la poesia e la filosofia, la nostra anima muore.
      La scrittrice continua la sua analisi metamorfica di lettura dell’anima attraverso i miti, i sogni, i simboli, i riti, le tradizioni, le arti magiche, le superstizioni, le religioni, le alchimie, le opere d’arte e le scritture, tutti elementi che “permettono di legare il passato al futuro essendo il rituale stesso il presente”.
      “DIPINGERE L’ANIMA abisso interiore fra mito e simbolo” è il segno di un percorso interiore non semplice, quasi un diario, che conduce a guardare le cose dalla parte della religione, ma anche della poesia e dell’arte e che spinge l’artista, animata da una scrupolosa preparazione culturale, a “conoscere l’anima” per “conoscere se stessi”, donandoci immagini letterarie, poetiche e pittoriche bellissime, che la porta a confessare: “realizzare un icona era dipingere una preghiera”.
      La lettura delle sue poesie e la visione dei suoi dipinti sono fonte di viva emozione, di spontanea partecipazione, in quest’opera che si fa leggere e penetrare, pagina dopo pagina, con crescente interesse e condivisione, merito di una scrittura attenta e consapevole, meditata e capace, dove si possono cogliere le vere essenze delle arti e, in fondo, della vita, che colpiscono fortemente e che ci trasmettono dei sentimenti a riprova che la cultura è il filo conduttore della vita.
      Termina l’operoso lavoro la ricerca del trascendente, con un viaggio nel subconscio, “verso l’isola non trovata, l’isola che non c’è”, verso la tanta declamata isola di Thule che è l’inizio dell’altra vita, quella vita e quell’anima, rappresentata dal grembo materno, presente in tante opere della Triolo.
      Analizzare questo cammino ci porta a pensare che esso non sia ancorato al bisogno di rievocare i propri dolori, ma a curare i propri sentimenti, a vivere la consapevolezza del tempo che fugge, assaporando l’amarezza per la precaria condizione umana, ma scorgendo un bagliore nel buio, la funzione terapeutica delle arti, mezzi formidabili per andare oltre la superficie delle cose e cogliere il mistero, l’essenza dello Spirito.
      E come Marcello Veneziani nel suo ultimo saggio “Anima e corpo. Viaggio nel cuore della vita” (Edizioni Mondadori), auspica che l’umanità si possa rivolgere ancora e sempre al soccorso della filosofia e della poesia, poiché la prima “elabora lo stupore di essere al mondo e di lasciarlo”, mentre la seconda “esprime ambedue”, anche la nostra autrice avverte che ciò avviene anche attraverso la pittura come metafisica.
      Avrà sicuramente i riconoscimenti che merita. 

      Vito Mauro

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