lunedì 19 gennaio 2015

La Contemplazione di un sogno in Elide Triolo di Franco Nocera, Monreale 19 Gennaio 2010

"La Potenza del cambiamento" dipinto di Elide Triolo, 2008
Con una spinta energetica tipicamente femminile Elide Triolo ci conduce verso orizzonti intimistici di grande introspezione ma soprattutto legati al sentimento che l’animo di una donna ha connaturato. Il suo mondo pittorico è animato da personaggi femminili, come un racconto autobiografico. Racconti strappati nel suo più profondo io, estrapolati e condotti verso quella superficie che è il dipinto. C’è un sapore, in queste opere, di un romanticismo quasi tedesco, che vide Stuck o Bocklin i massimi protagonisti di una stagione artistica che li poco dopo portò quelle regioni nordiche alla prima guerra mondiale. Sì, mi ricorda il suo dipingere quel romanticismo esistenziale, onirico, drammatico che porta Elide a immedesimarsi con quanto sta nascendo tra le mani e inconsciamente diventa anch’essa protagonista di queste tele.
Nelle tele c’è un atmosfera cupa, balugini di chiarori metafisici, i rossi si incupiscono fino a diventare dei Bruni Van Dike. I gialli muoiono con un’afonia lenta verso la dissoluzione del suo valore cromatico. Certo è che in Elide Triolo ritroviamo un animo inquieto, non appagato, sentore della ricerca di un cammino artistico che la può chetare. In Elide e nelle sue opere la creazione diventa epifania. Il segno non è agitato e pertanto cognitivo o intellettuale: è esso stesso forza creatrice.
Come se non fosse il braccio a muoversi sulla tela ma tutto il corpo, un fluire melanconico di natura ancestrale, femminile direi.
Queste forme, questi racconti presenti sono magici che solo l’Arte nel suo più autentico significato può incarnare.
Allora questa mostra di Elide Triolo ci conduce lentamente a pensieri iniziatici ed esoterici, le figure, la natura e gli elementi compositivi, acquistano un nuovo spessore sulle tele ne assorbono la trama e ci fanno entrare in una quarta dimensione: quella tempo interiore che evoca tanti sogni e ricordi di una pittrice solitaria e melanconica.
fluire melanconico di natura ancestrale, femminile direi.
Queste forme, questi racconti presenti sono magici che solo l’Arte nel suo più autentico significato può incarnare. Allora questa mostra di Elide Triolo ci conduce lentamente a pensieri iniziatici ed esoterici, le figure, la natura e gli elementi compositivi, acquistano un nuovo spessore sulle tele ne assorbono la trama e ci fanno entrare in una quarta dimensione: quella tempo interiore che evoca tanti sogni e ricordi di una pittrice solitaria e melanconica.

Allora si compie un viaggio visivo di andata e ritorno tra ciò che appare lontano e ciò che è immediatamente vicino.

Franco Nocera

Nessun commento:

Posta un commento