martedì 27 gennaio 2015

Elide Triolo-Il primo gradino. Palazzo Jung Palermo di Francesco M. Scorsone, Palermo 22 luglio 2010

Fino al 3 settembre 2010 è possibile visitare la mostra di Elide Triolo dal titolo: “Il primo gradino”,  nella galleria di Palazzo Jung di Via Lincoln a Palermo. 
"Danza notturna", opera di Elide Triolo
Certo il titolo è eloquente e anche le opere in mostra lo sono, anche troppo per la verità. Diceva spesso il compianto Francesco Carbone a chiunque gli poneva la domanda “ma perché scrivi di tutti a prescindere dalle loro capacità artistiche?”.  La sua risposta era pressoché questa: “Chiunque si accinge a produrre qualcosa dettata dall’animo o dalla mente al di la delle capacità del sapere disegnare e/o dipingere ha qualcosa di irrazionale dentro  è compito quindi del critico d’arte saperlo individuare e delinearlo.    
Una domanda che per certi versi avrebbe dovuto metterlo in crisi. Ma di fatto non ebbe mai un tentennamento perché  la sua risposta era sempre perentoria. La difendeva senza mezzi termini. La sua esperienza lo aveva condotto a fare questa riflessione, che peraltro oggi condivido. Per Carbone riuscire a trovare motivazioni di carattere cerebrale, ancestrale, antropologici e quant’altro nei lavori dei giovani artisti era una sorta di allenamento mentale. Era certamente una persona colta e come tale non temeva le critiche. “Il primo gradino” di Elide Triolo, è accompagnato in catalogo (con mio sommo piacere) dalla presentazione di Tommaso Romano e il contributo di Franco Nocera, persone peraltro che stimo molto per la loro capacità di entrare nel merito del lavoro degli artisti un po’ alla maniera di Carbone. Scrive infatti Tommaso Romano “(…) Senza indulgenze e ammiccamenti formali, la nostra artista ci consegna così un capitolo della sua ascesa dantesca, che include il labirinto di Borges, l’alta sinfonia in molti movimenti delle stagioni dell’anima che non si ripetono mai eguali, come gnosi viva e vitale (…)”. Mentre Franco Nocera nel suo testo scrive: (…) Nelle tele c’è un atmosfera cupa, balugini di chiarori metafisici, i rossi si incupiscono fino a diventare Bruni Van Dyke. I gialli muoiono con un’afonia lenta verso la dissolvenza del suo valore cromatico. Certo è che in Elide Triolo ritroviamo un animo inquieto, non appagato (…)”. Vorrei aggiungere descrivendo le sensazioni che ho ricevuto di questa visita: il caldo di una giornata torrida, una specie di incenso che bruciava all’interno della sala espositiva tale da rendere l’aria soffocante, il panno nero dei pannelli ai quali erano appesi i quadri, due sedie e un tavolino bianchi, due reti da letto dipinte di bianco con altrettanti materassi bianchi di cui uno aveva una strana forma, del personale intento a sistemare un quadro alla parete. Tutto ciò rendeva l’ambiente talmente surreale che mi sembrò per un attimo di essere, come di fatto ero, parte del loft. Anch’io calato nelle viscere di quegli inferi descritti in qualche modo dall’artista. Visioni demoniache si mescolano ad un erotismo nero. Angeli e guerrieri stanchi, il traghettatore Caronte, il sogno, l’attesa di un evento straordinario come la maternità. Sono tutti “quadri” che in qualche modo hanno una loro “logica” onirica e certamente con tendenza all’onirismo. La mano è certa, fluida, non ha tentennamenti nelle tecniche miste e negli acquerelli. Li trovo molto interessanti, ma l’incubo dell’artista continua, anzi oserei dire in questa fase della sua creatività, si accentua. Adesso è “lei” ad essere protagonista dei suoi lavori, snella scattante, intenta com’è a volersi liberare da qualcosa che è diventata un’ossessione, mi fa ricordare Vittoria l’interprete femminile di una nota fiction. Complessa e ossessionata dalle paure fugge dall’uomo che l’ama per finire tra le braccia del suo aguzzino. Sono tante le opere che in qualche modo appartengono a questa fase della sua pittura. Ma si può dipingere con questa determinazione, con questo trasporto, mettendo a nudo le proprie ansie, i propri timori se non si ha qualcosa “dentro”? Certamente si è un atto di coraggio non comune ma a condizioni che l’artista riveda alcuni parametri del suo disegno. 

La mostra realizzata con il contributo della Provincia Regionale di Palermo è visitabile fino al 3 settembre 2010, Palazzo Jung Via Lincoln Palermo orari: lun. – ven. dalle 9.30 alle 19.00 sab. dalle 9.30 alle 13.30 chiuso i festivi.
mostra di Elide Triolo "Il primo gradino", Palazzo Jung


mostra di Elide Triolo "Il primo gradino", Palazzo Jung
mostra di Elide Triolo "Il primo gradino", Palazzo Jung

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